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Adrian Quetglas

Metti un giorno di inizio estate, ti trovi a Palma de Maiorca che non conosci minimamente e da cui non sai cosa aspettarti. La giornata la passi in giro, visiti la splendida città vecchia, i suoi bei negozi, i palazzi storici, respiri una bella atmosfera. Cerchi di non vedere quanti turisti ci sono, ma tant’è che ti aspetti, mica sei venuto il 10 di novembre in fondo.

E cominci a pensare alla sera (intesa come la cena, i tempi delle notti folli sono lontani), è quella la tua vera meta, il motivo per cui viaggi. E non ne hai molte da goderti, solo un paio. Non vuoi giocarti male le tue carte, giammai, Dio ci scampi!
Qui ovviamente ognuno avrà la propria strategia. Il più fortunato ha un amico dal palato buono che abita a Palma, beato lui. Io no, ma come sempre so di avere il mio amico gourmand in tasca, o meglio nel web ormai.

Ecco quindi che apro la versione virtuale della Rossa e mi metto alla caccia.

La prima cosa che si noterà, e che lascerà piuttosto stupiti, è la quantità di stellati che ci sono su quest’isola, seppure non sia certo piccola. La sola Palma conta un bistellato e 3 stellati.
L’isola intera arriva a un bistellato e 6 stellati, impresa non da poco.

Comunque abbastanza di che tenermi occupato per un’oretta tra lettura della guida, analisi dei siti internet di tutti i ristoranti a portata di taxi, dei menu, delle foto su Google. Un lavoraccio che culmina con la telefonata per prenotare e le dita incrociate.

A questo giro mi considero veramente fortunato, lo dico tranquillamente (in fondo ho detto fortunato, non bravo, non mi sto lodando da solo).
Lo chef Quetglas è un signore evidentemente illuminato da una visione. Ha le idee chiare in cucina con sapiente uso di ricette e ingredienti locali di ottima qualità.
Il señor Adrian Quetglas deve essere anche un discreto manager perchè il ristorante è bello e moderno e pieno, e il suo progetto è arricchito da una piccola enoteca/taperia a fianco, indipendente dal ristorante e molto interessante (sono stato anche lì non temete, un post descriverà brevemente anche questa esperienza.
E’ anche uno chef fortunato perchè il suo campo di battaglia è una delle isole più frequentate del Mediterraneo, con un aeroporto che in estate ho scoperto diventare il terzo più frequentato di Spagna. Provare per credere.

La foto del menù la trovate nella gallery. E’ il menù che ho avuto modo di degustare, un bel percorso che consiglio a tutti gli appassionati. Consiglio anche l’abbinamento di vini locali proposto, molto interessante.

Il mio avvbiso è quello di cercare di avere una giornata attiva prima della cena perchè questo ristorante, benchè stellato, non è uno di quelli che vi lasciano con la fame alla fine. Tutt’altro, ne uscirete decisamente sazi e contenti, e neanche troppo sobri perchè neanche con la mescita del vino fanno i tirchi.

Il prezzo nella categoria da sogno, è raro godere di una cena di tale livello per 55€.

Una gran bella esperienza, decisamente consigliata. Speriamo che non cambi altro che il menu periodicamente!

Nota sulle immagini che seguono: ovviamente ho fatto le foto di tutti i piatti, ma il locale la sera è piuttosto scuro e il flash non ho il coraggio di usarlo. Il risultato, ovviamente, delle foto talmente oscene che mi vergogno anche solo ad averle sull’Iphone. Mi perdonerete quindi se le foto inserite in gallery sono prese dall’account Instagram del ristorante e da Google: le inserisco per comodità di chi legge, garantendovi che corrispondono alla realtà di quanto ho visto.

Adrian Quetglas
Passeig de Mallorca, 20,
07012 Palma, Illes Balears, España
+34 971 781 119
http://adrianquetglas.es/

 

 

Il menù

La sala

Foto di piatti

Fonte: profilo instagram del ristorante

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Abbaye de Fontevraud

Luglio, fuori il caldo di un’estate che matura e si manifesta, in auto il fresco dell’aria condizionata e lo scorrere mai monotono del paesaggio. Una fuga solitaria, con una meta a lungo accarezzata con google.

Come sempre quando si tratta di selezionare alberghi e ristoranti la ricerca è maniacale, al limite del fanatismo. Bookings per trovare l’albergo perfetto, la Michelin (nonostante l’osceno sito Viamichelin, ma Dio li benedica per rendere tutto disponibile gratuitamente) per i ristoranti, Google per approfondire e valutare. Giorni e giorni di ricerca.

I dati incrociati, ristoranti stellati con camere e hotel con ristoranti stellati, Bookings Michelin, Michelin Bookings; e alla fine la carta di credito fa il suo mestiere, il patto è suggellato, non si cambia più idea.

Destinazione la Francia, Valle della Loira, più di seicento chilometri per guadagnarsi la vittoria.

La destinazione è la Abbazia di Fontevraud, nell’omonimo paesino che si rivela un incantevole borgo la cui via principale, che porta all’abbazia, ha qualcosa di magico: le case basse e antiche in pietra calcarea, i fiori alle finestre, le poche auto a rovinare l’atmosfera, tutto porta indietro nel tempo, ad un periodo ben più poetico (beh se si trascurano i pericoli tipici dell’alto medioevo, ovviamente).

L’abbazia è un complesso imponente e perfettamente conservato, che evidentemente lo Stato francese ha riportato allo splendore senza lesinare sulle risorse: tutto è perfetto, bello, impeccabile, senza sbavature.

Non mi dilungherò oltre sul complesso abbaziale, le foto qui sotto e Google sapranno soddisfare ogni curiosità. Quello che interessa in questo articolo è la parte ricettiva e il ristorante.

L’hotel (denominato Fontevraud l’Hotel) è all’interno del complesso e occupa quello che immagino fossero gli alloggi di chi nell’abbazia ha vissuto nei secoli (a partire da Napoleone è stato pure un carcere, vabbé). Ben ristrutturato, con mobili e dettagli d’autore, la maggior parte disegnati e realizzati su misura. Bello, bello, bello. Da notare che l’hotel è all’interno del complesso, quindi quando i cancelli si chiudono al mondo esterno, ed i visitatori giornalieri escono, rimangono solo gli ospiti dell’hotel, con la possibilità di visitare tutti questi magici luoghi in perfetta solitudine. Meraviglioso, da fare! E dopo una bottiglia di buon vino la magia diventa assolutamente mistica.

Le camere (al plurale, ho soggiornato 2 volte nel giro di 10 giorni) sono belle e curate. Il mio suggerimento è di restare nel corpo principale dell’hotel e non nelle “camere con giardino”. Può sembrare un avviso strano, ma alla fine lo spazio non cambia di molto e poichè le camere giardino danno effettivamente sul giardino con la grande posta finestra, la privacy ne risente non poco. Ho particolarmente amato la camera che avevo al secondo piano, spaziosa quanto basta, molto ben arredata, un letto comodo da morirci dentro e bagno di ottimo livello. L’hotel è un 4 stelle di alto livello, niente da eccepire.

Il ristorante è a 20 metri, stesso complesso, parzialmente dentro a una chiesetta e la parte principale nel chiostro; uno spettacolo, atmosfera a carrettate, un capolavoro. Qui sotto qualche foto che vale le mille parole che nessuno avrebbe voglia di leggere.

Si tratta di un ristorante “gourmand”, con una cucina ricercata con materia prima locale e di eccellente qualità che è stato, a mio avviso giustamente, premiato con una stella (il macaron, ad essere pistini) dalla Guida Michelin.

La carta… non esiste, di fatto. Lo chef ha deciso di optare per un solo menu a cui sarà necessario adeguarsi. Eccezioni sono evidentemente concesse in caso di intolleranze e allergie.
Questa scelta potrà sembrare estrema (ma anche fastidiosa, ingiustificata, sciocca, idiota, “e che cazzo con quel che pago neanche posso scegliere cosa mangiare”) ad alcuni, ma andrà benissimo a chi come me adora i menu alla cieca.
Il prezzo del menu è 70€, una cifra decisamente onesta per la qualità dei prodotti, la grande capacità della cucina e la location incredibile, e questo ritengo sia possibile solo in virtù della scelta del menu obbligatorio. Il prezzo del vino sarà extra.
Ovvio che il mio suggerimento è che se chi legge appartiene alla categoria urtata dal menu non modificabile sarà meglio si astenga dal provare questo ristorante.

Non mi lancerò in una infinita descrizione di ogni singolo piatto, preferisco proporre delle foto con una didascalia per indicare il nome del piatto. In generale sappiate che ho trovato i piatti tutti interessanti, con alcune eccellenze assolute. A mia discolpa e per giustificare il fatto di non dare un voto a ogni piatto si tenga presente che (1) odio cenare con un taccuino di fianco al piatto e (2) ero da solo e ho sommamente apprezzato la bottiglia di vino che la sommelier mi ha aiutato a scegliere (il che non aiuta la memoria a medio periodo, sono ormai passati quasi 2 mesi dalla visita).

Per concludere alcune note generali in ordine sparso.
Il servizio molto buono e attento, un buon compromesso tra informale e raffinato, comunque sempre impeccabile (bravi i francesi, come quasi sempre).
La carta dei vini ampia e con buona profondità dei prezzi. Molte proposte locali. Ho bevuto (in due serate distinte, sia ben chiaro): Chateau Yvonne – Saumur Champigny 2016 e La Folie Lucé – Autrement 2014. Entrambi ottimi. Ricarichi alla francese (ahimé, ma prima o poi cambieranno…)
Il pane spettacolare, prodotto in casa (non che questa sia sempre una virtù).
Il menù prevedeva in opzione un piatto extra per un sovrapprezzo di 20€; durante le mie visite si trattava di “Champinions de Paris à Fontevraud”, arricchito sia dal tartufo che dal fois gras. Il mio consiglio? Prendere assolutamente. E’ anche utile sapere che nelle vicinanze ci sono delle rinomate grotte dove vengono coltivati gli champignons, che infatti sono spettacolari.

Olè, fine della lenzuolata, ora godetevi le fotografie e se ritenete lasciate un commento alla fine.
Alla prossima!

Fontevraud l’Abbaye
http://www.fontevraud.fr/

Fontevraud l’Hotel
http://www.fontevraud.fr/Dormir-a-Fontevraud/L-hotel

Fontevraud le restaurant
http://www.fontevraud.fr/Manger-a-Fontevraud/Le-Restaurant

 

Per cominciare, i luoghi

…e poi i piatti e il ristorante

le foto si riferiscono a due cene distinte, non pensiate male della mia propensione a procurarmi un’indigestione. Appena trovo il menu della seconda visita aggiornerò le didascalie mancanti (mea culpa sono disordinato, l’update potrebbe non avvenire mai…)