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Fontevraud8
Federico Crova

Federico Crova

Abbaye de Fontevraud

  • Agosto 29, 2019
Una fuga gourmande in Francia, alla scoperta di una lussuosa gemma nella Valle della Loira. Un'esperienza memorabile fuori dal tempo e dallo spazio, un bellissimo hotel e una tavola che vale tutti i km per arrivarci.

Luglio, fuori il caldo di un’estate che matura e si manifesta, in auto il fresco dell’aria condizionata e lo scorrere mai monotono del paesaggio. Una fuga solitaria, con una meta a lungo accarezzata con google.

Come sempre quando si tratta di selezionare alberghi e ristoranti la ricerca è maniacale, al limite del fanatismo. Bookings per trovare l’albergo perfetto, la Michelin (nonostante l’osceno sito Viamichelin, ma Dio li benedica per rendere tutto disponibile gratuitamente) per i ristoranti, Google per approfondire e valutare. Giorni e giorni di ricerca.

I dati incrociati, ristoranti stellati con camere e hotel con ristoranti stellati, Bookings Michelin, Michelin Bookings; e alla fine la carta di credito fa il suo mestiere, il patto è suggellato, non si cambia più idea.

Destinazione la Francia, Valle della Loira, più di seicento chilometri per guadagnarsi la vittoria.

La destinazione è la Abbazia di Fontevraud, nell’omonimo paesino che si rivela un incantevole borgo la cui via principale, che porta all’abbazia, ha qualcosa di magico: le case basse e antiche in pietra calcarea, i fiori alle finestre, le poche auto a rovinare l’atmosfera, tutto porta indietro nel tempo, ad un periodo ben più poetico (beh se si trascurano i pericoli tipici dell’alto medioevo, ovviamente).

L’abbazia è un complesso imponente e perfettamente conservato, che evidentemente lo Stato francese ha riportato allo splendore senza lesinare sulle risorse: tutto è perfetto, bello, impeccabile, senza sbavature.

Non mi dilungherò oltre sul complesso abbaziale, le foto qui sotto e Google sapranno soddisfare ogni curiosità. Quello che interessa in questo articolo è la parte ricettiva e il ristorante.

L’hotel (denominato Fontevraud l’Hotel) è all’interno del complesso e occupa quello che immagino fossero gli alloggi di chi nell’abbazia ha vissuto nei secoli (a partire da Napoleone è stato pure un carcere, vabbé). Ben ristrutturato, con mobili e dettagli d’autore, la maggior parte disegnati e realizzati su misura. Bello, bello, bello. Da notare che l’hotel è all’interno del complesso, quindi quando i cancelli si chiudono al mondo esterno, ed i visitatori giornalieri escono, rimangono solo gli ospiti dell’hotel, con la possibilità di visitare tutti questi magici luoghi in perfetta solitudine. Meraviglioso, da fare! E dopo una bottiglia di buon vino la magia diventa assolutamente mistica.

Le camere (al plurale, ho soggiornato 2 volte nel giro di 10 giorni) sono belle e curate. Il mio suggerimento è di restare nel corpo principale dell’hotel e non nelle “camere con giardino”. Può sembrare un avviso strano, ma alla fine lo spazio non cambia di molto e poichè le camere giardino danno effettivamente sul giardino con la grande posta finestra, la privacy ne risente non poco. Ho particolarmente amato la camera che avevo al secondo piano, spaziosa quanto basta, molto ben arredata, un letto comodo da morirci dentro e bagno di ottimo livello. L’hotel è un 4 stelle di alto livello, niente da eccepire.

Il ristorante è a 20 metri, stesso complesso, parzialmente dentro a una chiesetta e la parte principale nel chiostro; uno spettacolo, atmosfera a carrettate, un capolavoro. Qui sotto qualche foto che vale le mille parole che nessuno avrebbe voglia di leggere.

Si tratta di un ristorante “gourmand”, con una cucina ricercata con materia prima locale e di eccellente qualità che è stato, a mio avviso giustamente, premiato con una stella (il macaron, ad essere pistini) dalla Guida Michelin.

La carta… non esiste, di fatto. Lo chef ha deciso di optare per un solo menu a cui sarà necessario adeguarsi. Eccezioni sono evidentemente concesse in caso di intolleranze e allergie.
Questa scelta potrà sembrare estrema (ma anche fastidiosa, ingiustificata, sciocca, idiota, “e che cazzo con quel che pago neanche posso scegliere cosa mangiare”) ad alcuni, ma andrà benissimo a chi come me adora i menu alla cieca.
Il prezzo del menu è 70€, una cifra decisamente onesta per la qualità dei prodotti, la grande capacità della cucina e la location incredibile, e questo ritengo sia possibile solo in virtù della scelta del menu obbligatorio. Il prezzo del vino sarà extra.
Ovvio che il mio suggerimento è che se chi legge appartiene alla categoria urtata dal menu non modificabile sarà meglio si astenga dal provare questo ristorante.

Non mi lancerò in una infinita descrizione di ogni singolo piatto, preferisco proporre delle foto con una didascalia per indicare il nome del piatto. In generale sappiate che ho trovato i piatti tutti interessanti, con alcune eccellenze assolute. A mia discolpa e per giustificare il fatto di non dare un voto a ogni piatto si tenga presente che (1) odio cenare con un taccuino di fianco al piatto e (2) ero da solo e ho sommamente apprezzato la bottiglia di vino che la sommelier mi ha aiutato a scegliere (il che non aiuta la memoria a medio periodo, sono ormai passati quasi 2 mesi dalla visita).

Per concludere alcune note generali in ordine sparso.
Il servizio molto buono e attento, un buon compromesso tra informale e raffinato, comunque sempre impeccabile (bravi i francesi, come quasi sempre).
La carta dei vini ampia e con buona profondità dei prezzi. Molte proposte locali. Ho bevuto (in due serate distinte, sia ben chiaro): Chateau Yvonne – Saumur Champigny 2016 e La Folie Lucé – Autrement 2014. Entrambi ottimi. Ricarichi alla francese (ahimé, ma prima o poi cambieranno…)
Il pane spettacolare, prodotto in casa (non che questa sia sempre una virtù).
Il menù prevedeva in opzione un piatto extra per un sovrapprezzo di 20€; durante le mie visite si trattava di “Champinions de Paris à Fontevraud”, arricchito sia dal tartufo che dal fois gras. Il mio consiglio? Prendere assolutamente. E’ anche utile sapere che nelle vicinanze ci sono delle rinomate grotte dove vengono coltivati gli champignons, che infatti sono spettacolari.

Olè, fine della lenzuolata, ora godetevi le fotografie e se ritenete lasciate un commento alla fine.
Alla prossima!

Fontevraud l’Abbaye
http://www.fontevraud.fr/

Fontevraud l’Hotel
http://www.fontevraud.fr/Dormir-a-Fontevraud/L-hotel

Fontevraud le restaurant
http://www.fontevraud.fr/Manger-a-Fontevraud/Le-Restaurant

 

Per cominciare, i luoghi

  • Il paese

…e poi i piatti e il ristorante

le foto si riferiscono a due cene distinte, non pensiate male della mia propensione a procurarmi un’indigestione. Appena trovo il menu della seconda visita aggiornerò le didascalie mancanti (mea culpa sono disordinato, l’update potrebbe non avvenire mai…)

  • Il menu
  • Sardine et radis
  • Champignons de paris à Fontevraud
  • Homard, fruits et légumes de Nicolas
  • Canette de Challans, cerises et amandes
  • Canette de Challans, cerises et amandes, la cottura

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